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Le "Nevole" sono il tipico dolce pugliese di Natale e in altre parti della regione son dette "Cartellate".
Come le orecchiette, i cavatelli e i panzerotti, sono una delle cose che noialtri prepariamo anche quando andiamo a vivere in trasferta, perché hanno il sapore della nostra terra.
Senza "Nevole" non è Natale, quindi diamoci da fare.
Quella che segue è la ricetta che la famiglia di mia madre tramanda di madre in figlia, così come tramanda le parole da usare per "incantare " il malocchio, ma quelle non ve le dirò mai!!!
Quest'anno ne preparerò una versione internazionale, se così si può dire, perché saranno condite con miele e noci che ho portato da Nafplio, e per di più le realizzerò con farina senza glutine, in modo che Fulvia possa farne scorpacciata senza problemi.
Siamo pronti?
Per le nevole:
- 1 kg di farina senza glutine, preferibilmente del tipo per pasta fatta in casa
- 6 uova (grandi, mi raccomando)
- 100 gr. di strutto
- 60 gr. di stevia sciolta
- un bicchiere di vino bianco aromatico
- un pizzico di bicarbonato (che serve a far gonfiare la pasta in frittura)
- olio EVO per friggere
Per condire:
- miele di fiori d'arancio
- scorze di arancia private della pellicina interna
- noci e mandorle in granella
- scagliette di cioccolato
- zucchero di canna o granella di zucchero
- confettini di zucchero o codette di zucchero colorato
Si versa la farina a fontana sulla spianatoia, al centro si rompono le sei uova.
Nel vino si scioglie la stevia ed il pizzico di bicarbonato, che servirà a far gonfiare le nostre Nevole in cottura.
Si lavora con le mani, fino ad ottenere una pasta elastica e piuttosto morbida, poi si tirano le sfoglie sottili (si faceva a mano, ma io uso la macchinetta).
Si tagliano delle strisce larghe cinque centimetri e lunghe a volontà (dalla lunghezza dipenderà la grandezza della nevola finita).
Con la rotella dentellata, poi si, fanno gli occhielli ogni tre-quattro centimetri e si avvolge il tutto a formare le rosette. A me piacciono piccole, dolcetti da mangiare in un boccone, massimo due.
Si friggono in olio rigorosamente di oliva, si mettono a perdere l'unto su carta assorbente e poi si condiscono.
Qui viene in gioco l'originalità, nel senso che quasi ogni famiglia ha una sua tradizione.
Nella mia si usa mescolare in parti uguali noci e mandorle tritate, scagliette di cioccolato, buccia di arancia privata della pellicola interna e ridotta in quadratini piccolissimi (1 mm circa per lato, non vi dico che faticaccia!) e zucchero in granella piccola.
Si sparge questo miscela sulle nevole e poi ci si fa colare sopra il miele.
In molte località della Puglia, dopo averle fritte, le si passa nel mosto cotto bollente.
A me non piace il sapore asprigno del mostocotto e, comunque, la tradizione della mia famiglia le prevede al miele.
Provate a farle anche voi, vi assicuro che sono molto buone.
Poi, però, non fate quello che ho fatto io: non fatele assaggiare agli amici, altrimenti si prenoteranno tutti e l'anno prossimo friggerete un sacco di nevole e non ne mangerete nemmeno una!
Mariella Di Monte
Ognuno di noi finisce per mettere a frutto le sue passioni. La cucina, il cucito, il ricamo e l'interior design hanno trovato e trovano in casa mia quotidiana applicazione.
Quanto alle neuroscienze, con una ragazzina autistica in casa... che ve lo dico a fare?
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